Come l’anoressico si priva del cibo, molti giovani disagiati sono privati degli stimoli che sviluppano l’interesse allo studio e all’apprendimento; lo studio viene percepito come imposizione. Il progetto vuole trasformare il dovere imparare in un gioco, così da stimolare la curiosità e l’interesse.
Benvenuti in labidea
Labidea è una iniziativa del "Coordinamento Volontariato Lame" che da venti anni opera nel sociale nel quartiere Bolognese del Navile.
Le pluriannuali esperienze laboratoriali sul territorio, da parte di C.V.L., hanno portato, attraverso continue verifiche, alla convinzione della necessità di “aggiornamento” di tali attività sia dal punto di vista tecnologico che di tipologia di attività.
I classici laboratori sono, sovente, privi di una componente molto attraente quale l’attualità delle lavorazioni e il “gioco”.
Il concetto fondante l’azione di tutte le attività previste nel progetto Labidea è quello di realizzare un ambiente condiviso ove sarà possibile “giocare” e “creare” a seconda delle personali attitudini, competenze e passioni.
Da Wikipedia:
Con il termine “empowerment” viene indicato un processo di crescita, sia dell'individuo sia del gruppo, basato sull'incremento della stima di sé, dell'autoefficacia e dell'autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l'individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale.
Questo processo porta ad un rovesciamento della percezione dei propri limiti in vista del raggiungimento di risultati superiori alle proprie aspettative. L'Empowerment è un costrutto multilivello che in base alla tripartizione di Zimmerman (2000) si declina in:
1. psicologico-individuale;
2. organizzativo;
3. socio-politico e di comunità.
Questi tre livelli sono analizzabili individualmente ma strettamente interconnessi fra di loro
Il C.V.L. attraverso Labidea attiverà dei laboratori volti al recupero della stima in se stessi (punto 1), all’insegnamento di metodi organizzativi finalizzati a realizzazioni concrete (punto 2) e alla valorizzazione della collaborazione attiva, all’interno dei laboratori e con la comunità esterna (punto 3). Il tutto predisposto sulla base del concetto “Impariamo giocando” più che l’abusato “impariamo studiando”; questo perché crediamo che molti allontanamenti scolastici, lavorativi e/o sociali siano in parte attribuibili al senso di svalutazione personale indotta dal “dover fare” e “dover essere”, spesso senza cercare di generare il “piacere” di apprendere, di scoprire e di comunicare.
In altre parole si vogliono aiutare i frequentatori a liberarsi dall’insicurezza e dalla frustrazione di insuccessi “canonici” per esplorare le capacità di fantasia e creatività. Rendere evidente la possibilità di realizzare qualcosa che “loro” hanno pensato, o contribuito a pensare, costituisce la base per ulteriori sviluppi di conoscenze e realizzazioni.